venerdì 30 aprile 2010


UV+ CP Unum Velle e Centro Pascal

sono lieti di presentare il libro di Tonino Cantelmi e Michela Pensavalli
"Scusa se non ti chiamo (più) amore"


Il libro lancia una sfida, pesante ma da affrontare: come scegliere il partner e vivere felici. Un libro non sull' amore ma sui modi di amare anzi, sugli stili di amore. Lidea di questo libro nasce proprio dalla consapevolezza del potere che ha Eros di influenzare il benessere psicofisico di un individuo, e della difficoltà in cui spesso ci troviamo per riuscire a capirci qualcosa. Lintento - dicono nella prefazione i coautori - è quello di fornire una prospettiva di speranza a quelli convinti che nessuno ha mai voluto bene a loro e nessuno li amerà mai in futuro, o a chi vive con l'angosciante dubbio di non essere capace di amare.
(Rif. dal sito: http://www.toninocantelmi.com/web/article106.html)

E' previsto l'intervento di entrambi gli autori. Chi volesse fare delle domande è pregato di inviare una e-mail al seguente indirizzo: unumvelle@gmail.com e saremo lieti di farle prevenire agli autori

lunedì 26 aprile 2010

Lucy in the Sky with Diamonds

Che sia o no l'acronimo di LSD, Lucy in the Sky with Diamonds è certamente una bella canzone e il poter accedere ad un mondo amplificato che sia fonte di ispirazione per scenari fantastici e inaspettati che dilatano il mio essere verso la sensazione di una maggior unione con l'altro, è alquanto piacevole e desiderabile. Quello che mi chiedo però è perchè per fare questo viaggio, per sentirsi o seguire "the girl with caledoscopie eyes" sulla scia di Alice nel paese delle meraviglie, devo per forza usare una sostanza che sia al di fuori di me e a cui delego il mio potenziale unitivo e creativo? L'LSD è una droga che non va più di moda, ma la sua diffussione di massa e propaganda sostenuta dai suoi scopritori e sperimentatori, ci ha lasciato in eredità delle sottili convinzioni. Chi l'ha scoperta (Alfred Hoffman 1938) l'ha dichiarata una "droga sacra". Chi l'ha studiata, ne ha poi fatto un "sacramento" per una nuova confessione religiosa (Timothy Leary, Lega dello Sviluppo Spirituale, 1966). Gli scrittori della Beat Generation, che l'hanno usata, ne hanno esaltato l'assunzione quale veicolo privilegiato per accedere al proprio potenziale creativo. Tutto ciò sembra formare la sottile convinzione che per essere creativi e ampliare le proprie percezioni, si debba ricercare qualcosa al di fuori di sè e che l'esperienza mistica o di amore fraterno sia riducibile alla "sensazione di fratellanza", percepibile solo o preferibilmente assumendo sostanze alluginogene. L'esperienza della droga ci fa percepire la dilatazione dell'essere, ma a scapito della chiusura o alterazione di alcune facoltà dell'essere stesso. Uno dei presupposti del vero amore, è il suo essere un atto pienamente libero e perchè la donazione di me stesso sia veramente libera ho bisogno prima di possedermi, altrimenti sto donando qualcosa che neanch'io con me stesso sono in grado di garantire. Sarebbe come voler fare un regalo del quale però non posso dare alcuna garanzia, se si rompe, se ci sono problemi non è possibile reclamare verso nessuno. Una società profondamente fraterna non si può costruire sulla base di individualità che non si possiedono o che si annullano a favore di una collettività che finisce col cadere nel vuoto e nello sconforto generale. L'amore si costruisce a partire da due individualità ben definite che possedendosi, liberamente decidono e si garantiscono l'unità. Due individualità che affermando se stesse reciprocamente si innalzano in un unità di due, che è così corposa che non si limita a sommarli in un logico, 1+1=2, ma misteriosamente li esalta elevando ad individualità anche l'amore che si crea tra i due, per cui 1+1=3. L'esperienza di abbandono e di perdita del sè nell'altro che caratterizza l'amore, non può presupporre la limitazione di alcune delle mie facoltà, ha bisogno di tutto me stesso per innalzarmi, altrimenti mi porterà a sperimentare la mia trascendenza a pezzetti, come un immagine a cui mancano dei pixels per un difetto di trasmissione. Inoltre delegare al di fuori di sè stessi la potenzialità creativa e relazionale dell'essere, genera la convinzione di non poterne avere il controllo e dipendere da fattori che trovandosi al di fuori di me, non posso richiamare al momento necessario o voluto per realizzarmi, e quindi di non poter dare alcuna garanzia all'amore che generosamente vorrei offrire. Quanto sconforto! Quanta limitazione mi chiedi Lucy in the Sky with Diamonds, per seguirti nei tuoi "paradisi artificiali". Ebbene Lucy lascia che ti dica una cosa: il mio essere domina la realtà e la trascende contemporaneamente senza che tu mi renda schiavo delle tue allettanti promesse. Il mio essere è capace di amare e di relazionarsi con gli altri fraternamente, senza negare se stesso. Il mio essere è capace di accedere al suo potenziale creativo anche senza di te, nel momento in cui finalmente decide e si convince che può nutrire una sana fiducia in se stesso e nelle sue grandi potenzialità, perchè chi l'ha creato, l'ha fatto per cose grandi e tutto il tesoro che tu mi prometti, l'ha già messo dentro di me, e magari ci metterò un pò di più a prenderne consapevolezza, ma lo farò senza limitare la mia preziosissima libertà.

di Federica Colombo

lunedì 19 aprile 2010

Love is All you Need

"We hope the feelings of peace and pleasure that were in this place will flow out into the streets so all can share them." (Mike Lang). Questa dichiarazione di Mike Lang, il produttore di Woodstock, è stata rilasciata alla rivista Life, subito dopo il festival. Le parole sono profonde e affascinanti dopo mezzo secolo, io che amo la musica, che ascolto e amo il rock, io che che desidero la pace e desidero amare e gustare la vita, e ho sempre considerato l'evento di Woodstock, l'espressione di una generazione che voleva fare l'amore e non la guerra, mi chiedo: questa affascinante e profetica frase di Lang, si è realizzata e ha portato a compimento veramente questo elevatissima e desiderabile aspirazione dell'uomo che è la diffusione di vera libertà, pace e amore?
Che ognuno di noi aspiri ad amare ed essere amato, è una verità scientifica, perchè tutti possiamo sperimentarne e verificarne il desiderio. Che ognuno di noi desideri, nel profondo del proprio cuore vivere in una società fondata sull'amore e non sul conflitto e sulla guerra, è un dato che ci trova fondamentalmente unanimi, ma qual'è il concetto di libertà proposto e per cui si è combattuto nella rivoluzione del '68? qual'è il gusto per la vita e per la bellezza che si perseguito? qual'è il fondamento che si è messo alla parola amore?
Se essere libero nella mia sessualità vuol dire lasciarmi dominare dai miei istinti, e ridurre tutto il mio potenziale ad essi, se gustare la vita vuol dire disinibire i miei sensi sotto l'infulenza di altri inibitori, che mi rendono ad essi dipendente, se la società fondata sull'amore e sulla pace, nell'atto stesso in cui si dice "ti amo" si impone di tacere la parola "aperto alla vita"; caro '68, io non ti voglio fare la guerra, e l'amore lo voglio fare eccome, ma sceglendolo ogni volta come atto libero e volontario che non si limita al mio "sentire", e che coinvolge il mio volere e non solo le mie "voglie" e impegna in me tutte le mie facoltà che mi ricordano che sono grande, veramente grande tanto che il mio essere mi trascende. L'amore lo voglio fare, ma senza limitare la mia capacità creativa, senza imporre al mio corpo di non pronunciare la parola "vita", proprio mentre con tutto se stesso nel suo bellissimo linguaggio sta dicendo"io amo la vita e sono capace di dare la vita". E allora,"you say you want a revolution, well you know we all wanna change the world, but when you talk about destruction, don't you know you can count me out".

Servizio di Life.com con le foto più significative di Woodstock:
http://www.life.com/image/ugc1006772/in-gallery/31192/woodstock-lifes-best-photos

di Federica Colombo